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giovedì 18 settembre 2014

Social HR e personal branding. Chi (forse) ti assume, ti vede (di sicuro)!

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Social HR!

No, caro lettore, quell'HR non è un suono da fumetto che indica che mi sto schiarendo la voce. Significa Human Resources, risorse umane: e quel “social” che gli sta davanti significa che ogni cosa che fai/scrivi/posti sui social potrà essere usata per valutarti sotto il profilo (potenzialmente) professionale.

Inquietante? Non mi dirai che ancora non ancora non hai capito che i social sono l'estensione della vita reale e che chi offre-cerca lavoro ti verrà a cercare anche (anche? direi prima di tutto!) lì sopra per saperne di più sul tuo conto! Ci sono persone che si dedicano, tra le altre cose, proprio a questo, per conto delle aziende per cui magari sogni di lavorare.

Come sono i tuoi profili social? Sei “presentabile” su LinkedIn, Facebook, Twitter e Google+?

Alla Festa della Rete se ne è parlato (con un focus su LinkedIn) con Silvia Zanella, Andrea Attanà, Osvaldo Danzi e Francesca Parviero. Non mi dilungo sulle loro qualifiche, trovato per ogni nome il link al loro profilo professionale. E qui potrei anche chiudere bottega, in quanto non c'è miglior esempio di un profilo ben compilato da prendere come esempio (e quelli, indubitabilmente, lo sono).

La questione, però, emersa in modo chiaro anche durante il dibattito, è una e una soltanto: qualunque utilizzo tu intenda fare dei social, in particolare se sei alla ricerca di lavoro, se non ti metti in mostra, non ti vedrà nessuno. E non aspettarti che qualcuno ti venga a cercare.

Sul serio. Lo so che stai pensando “Ma io sono bella/o & brava/o”.
La realtà è che, se vuoi non dico spiccare, ma almeno provare ad avere qualche chance nel vastissimo mondo della conquista di (un) lavoro, allora devi iniziare ad essere un imprenditore. Di te stesso. Investendo sulle tue capacità e competenze e mettendole in luce.
Ora, ci sono decine e decine di post di grandi professionisti che ti spiegano come migliorare in modo ragionato il tuo profilo LinkedIn (da sempre il social network orientato al mondo del lavoro), quindi non mi dilungo. Leggi qui, qui e qui.

Mi soffermo su un dettaglio importante nonché sensibile: il job title, la “qualifica” sotto il vostro nome e cognome. Che cosa scrivere? Consiglio infallibile: se non sai ben catalogare il tuo lavoro con le parole giuste (che siano poche ma buone!) guarda i profili delle persone affini, quelle che stimi, quelle alle quali vorresti soffiare il lavoro e dei tizi di cui vorresti essere collega. Fai una media ponderata, e via.

La morale è sempre quella: bisogna aver cura costante della propria dimensione digitale, non lasciarsi “andare” nemmeno sui social. Mantenere sempre degli standard di immagine, educazione e decenza: tutti ti vedono, online, lo sai?

Mostreresti foto imbarazzanti di te nella realtà? Ricorda che i tuoi profili online sono un biglietto da visita accessibile a tutti, in ogni momento.

E poi, se sei statico non sei interessante. Ti piacciono le persone silenziose, senza interessi, che non condividono idee e passioni? Non credo. Beh, sicuramente non piacciono neppure a chi deve valutarti attraverso uno schermo: se la tua identità online, qualunque essa sia, è abbandonata a se stessa, ferma da mesi, senza alcun motivo d'interesse o di attrattiva, saluta le tue possibilità di fare colpo e avere un'opportunità.

Per questo, oltre a produrre contenuti, devi condividerli sulla tua timeline, nei gruppi tematici adatti, saperli presentare al meglio e discutere e commentare i post altrui.

C'è un ricco e vasto mondo là fuori, vai e socializza! È un investimento sulla tua immagine professionale.

Infine... qui c'è il mio profilo LinkedIn: a me sembra abbastanza ok, è da un po' che ci “lavoro sopra”, dateci un'occhiata e magari ditemi cosa ne pensate :-)

Se hai voglia di leggere ancora qualcosa...
- Modello sostenibile per l'informazione online? L'economia della nonna
- Il futuro del lavoro? Continua ricerca, competizione serrata. E il proletariato digitale
- Due o tre cose sui Macchianera Italian Awards

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