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lunedì 5 maggio 2014

GennyCuloPelù, le notizie che si mangiano le altre notizie (ma quali?)

Bikini provocateur (ci arriviamo tra poco)
“Cosa mi sto perdendo?”
Ecco, la domanda che mi pongo quando inizio a vedere per troppo tempo le stesse notizie - o non-notizie, a seconda del caso - sui media è più o meno questa.
Quando il martellamento acchiappa-clic (o share, o copie) inizia a battere su quei 3-4 tasti ripetuti per giorni, tra fatti, opinioni, repliche e controrepliche, “ironia della rete” (meravigliosa espressione ormai cult che prelude a utilissime gallerie di screenshot e meme rubati ovunque), finisce che mi sorge il dubbio che dietro a questo wall of sound si nasconda qualche altra nota.
Non che spesso gli argomenti su cui marcia la gioiosa macchina della grande informazione non siano fonte di riflessioni particolari: tipo la schizofrenia democratica relativa all'attacco di Piero Pelù al premier Matteo Renzi, che ha scoperto i nervi un po' poco elastici della sinistra sul diritto di critica e di provocazione da parte degli artisti.
Pieroooooooh, dai reality alla dura realtà.
O, passando a roba ben più grave, quanto accaduto durante la partita di calcio Fiorentina-Napoli, dove gli scontri, i feriti di cui uno gravissimo e il gioco subordinato ai diktat ultrà sono passati immediatamente in secondo piano rispetto alla prepotenza mediatica (in linea col personaggio) dell'ormai iconico Genny 'a carogna – che con quel nickname potrebbe essere messo tra Il Mastino e la Montagna del Trono di spade – capace di ispirare fin da subito, oltre ad accese discussioni, anche migliaia di parodie e pagine fan sui social. Rileggo questa frase e un brivido mi percorre la schiena, ma tant'è.
Paola Bacchiddu castigatissima (su Twitter)
C'è poi la vicenda del culo della responsabile della comunicazione della Lista Tsipras, Paola Bacchiddu (giornalista, co-fondatrice di Linkiesta). La storia è questa: le campagne mediatiche della lista elettorale, nonostante impegno e inventiva, non fanno breccia e la stampa non se ne occupa. Sicchè, quasi per disperazione, la Paola caccia fuori dal cilindro un gesto ironico di protesta. Pubblica su Facebook una foto delle vacanze dove a risaltare è il suo onestamente ragguardevole fisico, fasciato da un bikini bianco, e scrive: “Uso qualunque mezzo, votate Tsipras”. Apriti cielo.
Tutti i media, boccaloni, ci cascano. Iniziamo la galleria degli orrori.
  • Provocazione”: vabbè, la posa della Bacchiddu non è delle più istituzionali, ma da quando un bikini è considerato provocatorio? Tra l'altro nello status che accompagna la foto non c'è neppure alcune accusa “provocatoria” (se vogliamo cercare anche un altro senso all'espressione) ma semplice ironia.
  • D'altra parte va registrato che questa trovata estemporanea, che ha avuto mediaticamente molto più successo di qualsiasi altra iniziativa studiata e meditata, suona quasi come un'abdicazione al ruolo di comunicatore. Dare alla gente quello che la gente vuole? Cercare la scorciatoia del facilona del “purchè se ne parli”? Sì, ma di cosa si parla: di Tsipras, dei suoi programmi, della sua lista? No. Si parla del culo di una che lavora per lui. Qualcuno andrà a cercarsi informazioni ulteriori sulla lista Tsipras? Non credo, magari qualcuno chiederà l'amicizia alla Bacchiddu su FB o si metterà a fare il lurker sul suo profilo a caccia di altre foto provocanti.
  • I media ci passano come i soliti boccaloni che si fotocopiano contenuti, senza neppure articolare troppo la questione, lasciando ai commentatori, sui loro blog ospiti delle varie testate, il compito di discettare sulle implicazioni di questa o quella reazione (anche lì, solita zuppa: bacchettoni vs. creativi con le varie sfumature).
Genny va come ciliegina sulla torta. Ciao.
Sipario, fino al prossimo fenomeno di costume, litigio o personaggio equivoco, ormai un appuntamento che si verifica con frequenza piuttosto allarmante.

Ah, per chi si ricordasse la domanda iniziale: forse, accecati e rintronati dalla virulenza del concerto di Genny & culi, ci stiamo perdendo per strada informazioni su come stia procedendo il dibattito sul lavoro, sui beneamati 80 euro per 11 milioni di italiani e le perplessità dell'Unione europea sulla ripresa economica del nostro Paese, con i dati dell'Istat per nulla confortanti anche in vista del prossimo anno... 

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